Non si sa mai chi s'incontra fuori da una toilette...nella migliore delle ipotesi Paolo Conte!
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SORDEVOLO 29 giugno 2007 - "Paolo Conte tra luce e poesia"
Alla destra del palcoscenico la luce naturale di una perfetta luna piena cui si affianca quella più flebile di Giove; alla sinistra lo sfavillio delle illuminazioni cittadine che i 600 metri di altitudine di Sordevolo permettono di scorgere in lontananza. Fanno il loro ingresso chitarrista e altri sei polistrumentisti rigorosamente in smoking che si posizionano alle rispettive postazioni; pochi attimi ancora e questo scenario diventerà contorno: Paolo Conte entra dalla sinistra, un cenno per salutare il folto pubblico, si siede al suo pianoforte e immobile attende la prima nota dello xilofono: Sparring partner. Termina il brano di apertura, i musicisti corrono per il palco e si scambiano i ruoli come in una danza che accompagnerà tutto il concerto. Via al secondo pezzo, Come-dì. Tra le gambe del pianoforte si muovono quelle di Conte, un piede si agita freneticamente, l'altro sembra seguire le note; un accenno di kazoo e il pubblico è in tripudio. Il ritmo si allenta sulle strofe de La casa cinese e si fa cadenzato quand'è il momento di Sotto le stelle del jazz, particolarmente apprezzata dagli spettatori che si divertono ad imitare il cantautore a suon di "zzz". Le luci della scena si tingono di verde e i suoni si fanno esotici: è il momento di Alle prese con una verde milonga che scivola via sinuosa per lasciare spazio alla fumosa e accattivante Boogie. Come da copione i musicisti escono di scena e Conte esegue solo al pianoforte Parole d'amore scritte a macchina; quando termina il brano anche l'ultimo sassofonista abbandona il palco ed ecco Genova per noi, troppo grande, troppo celebre, non può essere rappresentata che su un palcoscenico sgombro. Conte termina quasi frettolosamente la popolare canzone e per la prima volta si alza e si porta al microfono alla sinistra del pianoforte: a chiudere la prima parte dello show è la splendida Molto lontano, il piano suonato a quattro mani, il bandoneon che soffia alle sue spalle. Un motivo sentito e risentito apre la seconda parte del concerto, ma non è immediato che si tratti di Bartali: la prima strofa è lenta, forzatamente lenta, ma d'un tratto arriva la ripresa ritmica che asseconda le aspettative di tutti. Un'atmosfera mediorientale riempie l'aria con Sonno elefante, poi è la volta di Lo zio, Max e Diavolo Rosso che si trasforma piano piano in quella che sembra un'improvvisazione klezmer. Conte esce di scena, il solito rituale gridato lo fa rientrare per il bis. Due ragazzi si lanciano sotto al palco, subito la folla li imita e balla al ritmo de La vecchia giacca nuova. Via con me è intonata all'unanimità prima che le luci si spengano definitivamente.
Ratafià, elisir, arquebuse
una bottiglieria
mille-feuilles, tarte auxpommes, chantilly,
una pasticceria...
Paolo Conte, 1987
http://www.paoloconte.it/
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Paolo Conte, 1987
http://www.paoloconte.it/
1 commento:
Mitica Marti, benvenuta nel mondo dei bloggers !
Ti aggiungo ai links sul mio blog... Certo, ok copiare l'idea, ma almeno il nome lo potevi scegliere più originale ! :-)
Ciauz
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